Benché stroncato dai critici italiani, il nuovo film di
Woody Allen continua a far registrare un
notevole successo di pubblico che sembra apprezzare una comicità frizzante ed
intelligente “tagliata su misura” per ogni personaggio e quindi variegata e
divertente.
In un caleidoscopico vortice di personaggi americani e italiani
emergono le storie di quattro coppie che fanno da cardine: due studenti
americani Jack (J. Eisenberg) e Sally
(G. Gerwig) che formano un triangolo amoroso con Monica (Ellen Page), seduttiva
attricetta contro la quale si schiera John (A. Baldwin) famoso architetto di
ritorno a Roma dopo 30 anni, una sorta di surreale mentore , Hayley (A. Pill) giovane
turista americana e il suo fidanzato, Michelangelo (F. Parenti), comunista
sfegatato e figlio di Giancarlo (F. Armillato), impresario delle pompe funebri
e tenore brillante solo sotto la doccia, il padre di Hayley, Jerry (W.
Allen)nevrotico regista d’opera in pensione e sua moglie Phillis (J. Davis)
sarcastica psicologa, una coppietta di sposi, Milly (A. Mastronardi) e Antonio
(A.Tiberi), venuti a Roma da Pordenone in cerca di lavoro con l’aiuto di
parenti influenti che s’imbattono in Anna (Penelope Cruz), prorompente escort, ed
infine Roberto Pisanello, modesto impiegato con moglie(M. Nappo) e figli,
improvvisamente travolto da una notorietà imprevista ed immeritata oggi troppo
spesso offerta da superficiali mass media, personaggio ben caratterizzato anche
grazie alla bravura di Benigni.
Per sminuire il film alcuni critici hanno parlato di
ritratto superficiale ed offensivo dell’Italia, rappresentata con i soliti
cliché in un tentativo fallito di imitare la” commedia all’italiana” o
addirittura il grande Fellini, con un marcato richiamo ai film degli anni ’50 e
con canzoni talvolta troppo banali. Si è detto inoltre che dopo aver offerto
un’immagine molto accattivante di Parigi nel suo “Midnight in Paris, non è
stato altrettanto benevolo nel descrivere Roma e soprattutto gli italiani.
Tali critici dimenticano, tuttavia, che W. Allen ha colpito
con la sua satira pungente non solo gli italiani, ma anche gli americani
attraverso alcuni personaggi come quello
di Ellen, attrice istrionica che recita anche nella vita, di Jerry, pensionato
ossessionato da vecchiaia e morte che tenta di distrarsi con nuovi impegni lavorativi, di Phillis, la saccente
strizzacervelli, figura molto presente nella nevrotica società americana, di
Jack, studente insoddisfatto alla ricerca di un rapporto amoroso più eccitante,
di John, uomo di successo cinico e disilluso. Non bisogna dimenticare, inoltre,
che quasi tutti i personaggi, sia italiani che stranieri, sono pronti a
rinunciare alla propria privacy e agli affetti pur di conquistare fama,
successo e soldi in linea con i dictat della nostra epoca. Soltanto i giovani
sposi Milly e Antonio decidono di ritornare alla vita tranquilla di Pordenone
rinunciando a carriera e inserimento nell’ high society. Insomma come spiega un
autista a Pisanello, sconvolto dalla perdita di popolarità, la morale è che
“tutti possono essere infelici, ma meglio esserlo da ricchi e famosi che da
poveri e sconosciuti”.
Una Roma bellissima balza fuori dallo schermo, fotografata
con una luce straordinaria da D.Khondji e costantemente inondata dalla musica
che alterna canzoni a stupendi brani di opere liriche: una straordinaria città
rivisitata dal regista non solo attraverso rovine antiche e monumenti, ma anche
nel dedalo di vicoli e vicoletti molto amati da alcuni stranieri che cercano un
contatto con la vita quotidiana, come John che nel film dice “non mi diverto a
fare il turista, preferisco vagare tra i vicoli”.
Il film è ricco di “cammei” tra i quali ricordiamo quelli di
R. Scamarcio (ladro d’albergo), A. Albanese (attore famoso e seduttore,)con
ruoli più importanti, e di numerosi attori come O. Muti, G. Gemma, S. Rubini,
M. Ghini, N. Marcoré, Lina Sastri, I. Ferrari, Carol Alt, D. Finocchiaro, G.
Tognazzi e tanti altri che si sono accontentati anche di poche inquadrature pur
di essere presenti nel film.
Nel complesso quindi “To Rome with Love” a molti spettatori è
sembrato un buon film: in esso il pessimismo di Allen sembra a tratti aprirsi a
qualche sprazzo di luce, come la sua sferzante satira che pur colpendo vizi e
debolezze umane, diventa alla fine più tollerante e benevola. Sarà l’effetto
dell’età che avanza anche per il famoso regista? Lodevole in fondo l’impegno di
questo ultrasettantenne (76 primavere!) nel riprendere a recitare, oltre che ad
occuparsi di sceneggiatura e regia.
Giovanna D’Arbitrio.