"LA CASA SOPRA I PORTICI" di C. Verdone
Malgrado il cattivo
tempo, numerose persone hanno atteso con pazienza l’arrivo di Carlo Verdone,
autore del libro “La Casa sopra i Portici”, presentato a Sabaudia martedì 24
luglio nell’ambito del Premio Cultura 2012. Ad accoglierlo sul palco oltre al
direttore artistico del Premio, Luigi Tivelli, il presidente della giuria
Giovanni Russo, il sindaco di Sabaudia, Maurizio Lucci, il presidente del
consiglio comunale Luigi Mignacca. Mario
Sechi, direttore di “Il Tempo” ha condotto il dibattito, coordinando i vari
interventi
Arguto e spontaneo come
al solito, Verdone si è rivolto al pubblico con una divertente battuta sulle condizioni atmosferiche poco favorevoli:
- Speriamo di non finire come nell' inizio del mio film "Un cinese in
coma", cioè con un bel temporale, anzi facciamo le corna». Purtroppo poi la pioggia è arrivata, ma nessuno è andato
via, pur cercando riparo con gli ombrelli o sotto i vicini portici.
Quando Sechi gli ha chiesto come si è scoperto
scrittore Verdone ha risposto: - Dopo
aver scritto 23 sceneggiature, alla fine inizi ad avere un approccio che si
esalta di volta in volta, chiaramente arricchito da altre letture -. Poi ha aggiunto : - Alla mia età sento di dover fare qualcosa di diverso rispetto al cinema -.
In effetti "Una Casa sopra i Portici" gli ha
offerto la possibilità di raccontare qualcosa che gli stava molto a cuore: descrivere la casa della sua gioventù come se essa fosse un essere vivente.
Attraverso il libro ha aperto con gioia le stanze di quella casa a tanti lettori.
Mario Sechi ha messo in
rilievo che il testo è ricco di foto come se Verdone, sceneggiatore e regista,
avesse volutamente sperimentare un nuovo stile, un efficace mix di scrittura ed
immagini, ma Verdone ha affermato di aver puntato più su una sobrietà della
parola capace di creare immagini. Per questo motivo non sarà tratto un film dal
libro, poiché quando si parla di sentimenti la scrittura è “più vicina al
cuore”.
Le figure dei genitori balzano possenti dalle
pagine del libro, non solo quella del padre, colto docente universitario che
riceveva a casa sua tanti personaggi importanti nel campo artistico e
culturale, ma soprattutto quella della
madre definita donna sensibile ed ansiosa, ma anche molto forte e coraggiosa.
Per dare maggior forza a discorso, Verdone ha
raccontato il seguente episodio: - Per
farvi capire chi era mia madre vi racconto di quando mio nonno, suo padre, fu portato a Regina
Coeli per motivi politici. Lei, malgrado soffrisse di attacchi di panico, si
fece ricevere dal colonnello delle SS e
riuscì a farlo impietosire a tal punto
che il padre fu liberato il giorno dopo -.
Passando infine alle domande del pubblico, è
emerso il confronto con Alberto Sordi che Verdone ha respinto dicendo che
soltanto l’amore per Roma li ha sempre accomunati, ma al di fuori di ciò Sordi
resta “una grande maschera”, unica nel suo genere.
Purtroppo la pioggia battente ha causato
l’interruzione dell’interessante dibattito, ma
le persone non sono andate via e tanti
hanno circondato Verdone con affetto per chiedergli un autografo.
Giovanna D’Arbitrio