La nostra Italia è davvero un “Bel Paese” nel quale ci
potrebbero essere sempre nuove “meraviglie” da scoprire se gli stessi Italiani durante festività e ferie smettessero di comportarsi
da eterni esterofili e dedicassero maggior attenzione alle nostre bellissime
regioni italiane, ricche di arte, cultura, paesaggi mozzafiato, nonché di
suggestive tradizioni e usanze, cibi e vini eccellenti.
In questo periodo di crisi perché saggiamente non
trascorriamo le vacanze pasquali in Italia? Perché non esploriamo le nostre
regioni spendendo quei pochi soldi che
ancora abbiamo a beneficio del nostro paese? C’è sempre una chiesa che forse non
abbiamo ancora visitato, un museo o un sito archeologico a noi ancora
sconosciuto, qualche splendido paesaggio da ammirare in montagna, campagna, al
mare, ai laghi, oppure nuovi cibi e pietanze “all’italiana” da assaggiare
accompagnati da ottimi vini che variano da un posto all’altro del Paese con una
varietà e bontà che nessuna nazione al mondo può vantare.
Anche a noi è capitato di scoprire qualche anno fa un
paesino abruzzese, Canistro, per merito dei nostri parenti: un piccolo paradiso
dove l’aria è salubre, l’acqua delle sorgenti è pura e cristallina e dove castagne
“roscette”, salumi, carni, ortaggi, vini sono davvero di ottima qualità.
Là, a Canistro Superiore, sabato
31 marzo abbiamo seguito con interesse ed emozione il rito della Passione di
Cristo. Tutto il paese era seriamente impegnato nella sacra rappresentazione:
nelle varie “stazioni”( che di solito segnano gli episodi salienti della
Passione secondo il racconto dei Vangeli) giovani, vecchi e bambini erano
disposti in gruppi lungo le stradine che sempre più strette si avvolgono
intorno al monte come un filo intorno ad un gomitolo tra boschi stupendi, folti
castagneti e scorci molto pittoreschi.
C’era un venticello piuttosto
freddo al calar della sera, ma pareva che le persone non lo sentissero nemmeno
tanto erano emotivamente coinvolte nella sacra recita. Grandi falò illuminavano
suggestivamente le piccole piazze, offrendo un po’ di calore a tutti i
partecipanti, attori e spettatori. Sembrava realmente di essere tornati indietro
di secoli rivivendo intense emozioni. Miracolo di una fede sincera che ancora è
fortemente radicata nei piccoli paesi italiani.
I costumi li avevano realizzati loro con stoffe semplici che
magari ognuno aveva in casa, ogni cosa era stata preparata con cura durante i
mesi invernali. A Canistro non soffrono certo di solitudine! Hanno sempre
qualcosa da fare, qualche evento da organizzare, ma soprattutto si vedono ogni
giorno, in un contatto quotidiano fatto di amicizia, solidarietà e calore
umano.
Da napoletana sento il dovere di rammentare a tutti che
anche la Campania è una regione bellissima con abitanti “solari” e ricchi di
humour malgrado i guai, regione nella quale non mancano tradizioni e riti
antichi, musei, monumenti e siti archeologici, località turistiche
includenti mare, monti e campagna con
possibilità di soggiorno in alberghi a 5 stelle oppure in piccole graziose
pensioni ed economici bed & breakfast.
Perché dunque non restiamo qui a Pasqua invece di portare i
nostri soldi all’estero in un momento di crisi? Perché non acquistiamo prodotti
agricoli locali, vini e cibi campani o
le meravigliose creazioni dei nostri abili artigiani? Anche questo potrebbe
essere un modo per aiutare la nostra regione. A tal proposito cito una divertente
iniziativa di una ditta napoletana a conduzione familiare che sui prodotti
mette cartellini con la scritta “E’ stato fatt’ a Napule!”.
Non mi stancherò mai di ripetere che il vero “Il petrolio”
del nostro Bel Paese è rappresentato da arte e cultura, bellezze naturali e
paesaggistiche, agricoltura, artigianato, antichi usi e costumi, varietà di
tradizioni per fortuna ancora vive, un vero tesoro che se venisse pienamente
sfruttato e valorizzato da strategie politiche miranti a sviluppare un Turismo
ben organizzato e capace di far conoscere più a fondo il nostro Bel Paese sia agli italiani che
agli stranieri, potrebbe aiutare la nostra economia ed offrire tanti posti di
lavoro in patria ai giovani.
Giovanna D’Arbitrio