Era il 1955 quando apparve il film “Gioventù Bruciata” di N.
Ray in cui il protagonista Jim Stark ( J. Dean) per farsi accettare da un
gruppo di ragazzi, partecipa alla “chicken run”, una stupida prova di coraggio
consistente in una folle corsa a bordo di un’auto fuori dalla quale bisognava
saltare per non precipitare in uno strapiombo sul mare. “Problemi della società
americana ” pensarono molti italiani, ma col passar degli anni le pazze mode in tutto il mondo sono state
tante e purtroppo i problemi della gioventù sono aumentati sotto l’incalzare di
cambiamenti sociali sempre più rapidi.
Così oggi alle vecchie follie se ne aggiungono di nuove,
come il “planking” (cioè distendersi
faccia a terra in un luogo strano e imitare una superfice di legno in rigidità
ed immobilità tenendo braccia e mani lungo i fianchi), lo"slimming"
o "tamponing" (uso di tamponi
impregnati di alcol e wodka per accelerare l'effetto etilico) e soprattutto il
“balconing”, saltare da
un balcone all’altro o da un balcone direttamente in piscina. Filmati e foto su
YouTube e le reti sociali naturalmente poi
documentano le stupide imprese.
D’estate
alle Baleari, in particolare a Ibiza, alcol e droghe incrementano il balconing
tra i giovani turisti europei e così questo pericoloso passatempo, iniziato nel
2005, causa numerosi morti e feriti.
I media europei hanno evidenziato il fenomeno e
l'assessore
per il Turismo delle Baleari, Joana Barceló, è stata costretta a difendere le
isole da diverse accuse, mentre molti alberghi hanno cercato di aumentare la
sicurezza con vari divieti e aggiunte di ringhiere e pannelli di separazione
tra i balconi delle camere.
Anche la Fox che manda in onda la fortunata serie tv
“Dr. House - Medical Division” ha
ricevuto molte lettere di protesta per l’episodio in cui il protagonista
pratica il balconing: è grande in effetti il rischio di emulazione per una moda che ogni estate
miete vittime. Secondo “Le Monde” solo nel 2010 ci sono stati 9 morti e tanti
feriti gravi.
Psicologi e sociologi
stanno studiando il fenomeno che diventa sempre più preoccupante. La dott. Silvia
Stella, psicologa e psicanalista presso FD Medical, ha messo in evidenza l’uso
precoce di droghe e i problemi tipici dell’età adolescenziale uniti ad un
disagio del vivere moderno che investe anche il mondo degli adulti.
Ella pertanto ha
affermato quanto segue: -Nel corso dell’adolescenza i giovani cercano la
loro identità e un loro senso etico. Se in passato questo difficile passaggio
era accompagnato da momenti rituali più o meno espliciti cui partecipava tutta
la comunità e che comportavano un aumento di esperienza e di responsabilità
verso se stessi e gli altri, oggi questi momenti non ci sono più, e
l’adolescenza viene spesso considerata alla stregua di un problema. Spesso
abbandonati a se stessi, i ragazzi cercano la loro identità quasi
esclusivamente attraverso il confronto con i pari e i modelli dei media, e
costruiscono “riti di passaggio” nuovi, fra cui “lo sballo”, esperienza che non
comporta né un’acquisizione di significato né un processo trasformativo attivo
e positivo.
Per alcuni ragazzi lo sballo rimane un’esperienza isolata,
ma per altri diventa un’abitudine, quasi non ci fossero stimoli interessanti o
possibilità di sentirsi bene, grandi e appagati se non attraverso uno
stordimento dato da sostanze, quasi una pillola magica che non richiede alcun
impegno personale nel conquistare il proprio benessere e la stima di sé.
La differenza fra chi non ripete l’esperienza dello sballo e
chi fa di questa esperienza un’abitudine può essere data dalla capacità critica
che un giovane può aver conquistato anche attraverso il confronto con un “mondo
adulto sano” che permette le esperienze e il dialogo su di esse. In questo
senso i genitori e gli adulti di riferimento possono giocare un ruolo cruciale
permettendo ai giovani di parlare di ciò che accade loro, senza sentirsi
necessariamente giudicati, e concedendosi il tempo di vivere esperienze significative.
In questo modo può essere possibile trasmettere agli adolescenti valori
alternativi e aiutarli ad assumersi la responsabilità di se stessi e del
proprio star bene.
Il mondo di oggi, infatti, spesso propone soluzioni
apparentemente facili alle proprie difficoltà; trovare delle alternative
valide, invece, richiede sempre uno sforzo che viene premiato dalla conquista
di soluzioni originali. Il piacere di una tale conquista, che comporta
l’assunzione della responsabilità verso se stessi e i propri stati d’animo, può
essere trasmesso ai più giovani a partire dalle piccole cose della vita
quotidiana, stando loro accanto e comunicando con autenticità, senza
immedesimarsi nei loro problemi e sostituirsi a loro nel risolverli -.
Giovanna D’Arbitrio